martedì 18 gennaio 2011

SOGNI DIMENTICATI

VIENI  ANCHE  TU   NELLA  REGIONE  DEI  SOGNI  DIMENTICATI  !

Una  regione  dove  si  trovano  sogni  incredibili  di  longevità , di  scienza , di  concquiste  della civiltà e della tecnica , di  impensabili  vette  del  pensiero .

Sogni  incredibili  , che  aspettano  soltanto  di  essere  sognati  di  nuovo .  !



Longevità alla portata di tutti ? La lista dei super-alimenti dell ‘ Università di Leeds . .

     In tempi recentissimi , le cronache hanno registrato spesso una viva e diffusa attenzione verso alcuni comunicati provenienti da istituti Universitari e scientifici , soprattutto in tema di diete e rimedi anti-età .

di Marco e Paolo Nicoletti

      Secondo il famoso G. L. Leclerc , Conte di Buffon ( 1707-1788 ) , nella sua imponente Storia Naturale , l ‘uomo è costruito per arrivare ad età molto più lunghe di quelle che , apparentemente , sembra riesca a raggiungere . Il vero significato delle parole di Buffon rimane ancora oggi in parte inspiegato , considerando il rigore scientifico e l ‘ assoluta mancanza di sensazionalismo che caratterizzavano questo illustre scienziato .
      Nell ‘ 800 , poi ,  L. Luciani , nella sua importantissima opera sulla Fisiologia dell ‘ uomo , si dilungava spesso su alcuni alimenti in grado di favorire la longevità umana , come lo yogurt , che evidentemente era diverso da come lo conosciamo oggi , e le varie tipologie di latte fermentato come il kefir ( greco e asiatico ) e il joddu (sardo ) . Questo comunque ci fa riflettere sul fatto che due eminenti ed importantissimi scienziati di un ‘epoca improntata alla serietà accademica erano convinti che alcuni tipi di alimenti potessero in qualche modo contribuire ad accrescere l ‘ età media degli esseri umani .
     Ed ai giorni nostri ? A partire dal 2000 , l ‘argomento delle diete e degli alimenti in grado di supportare un ventaglio di procedure finalizzate alla ricerca della longevità ha di nuovo appassionato i giornalisti ed i lettori .
      Negli spazi editoriali dedicati a tali argomenti , ha ripetutamente svettato  l ‘ Università britannica di Leeds , che tra l ‘altro balza spesso agli onori delle cronache per la vivacità delle sue ricerche , e che recentemente ( novembre 2010 ) ha diffuso interessanti studi ( peraltro risalenti al 2008 ) sulla nutrizione , schematizzati da giornalisti e testate editoriali con voci di impatto immediato come “il menù della longevità “ o “ i 20  supercibi “.
     Premettiamo che alcuni degli alimenti inclusi nella lista di Leeds hanno già dato adito a critiche e limitazioni da parte della British Heart Foundation . Tuttavia  i componenti più importanti della suddetta lista di alimenti vengono dalla stessa Università di Leeds indicati nel caffè , nel thè verde , nel cioccolato fondente e nel pomodoro di Pachino , che conosciamo anche come “pomodoro ciliegino “ .
     Anche noi manifestiamo garbate riserve ed obiezioni su thè verdè , caffè e cacao , in quanto ci siamo già occupati ( su “Era 2000 “ , vedasi “old site “ annate 2008-2009 su era2000online ) di tali sostanze e delle bevande nervine da essi derivate . Notoriamente , le bevande nervine esaltano le terminazioni nervose , sia in positivo che in negativo . Se infatti è vero che l ‘ individuo può sentirsi al meglio grazie a moderati apporti di thè o caffè o cioccolato , tuttavia le stesse bevande possono interferire anche in negativo con pregresse situazioni di malessere , come ad esempio disturbi alla cervicale od affezioni dermatologiche od anche problemi articolari o alle cartilagini . In queste ed in altre situazioni , malesseri anche lievi e sopportabili possono essere esaltati dall ‘ apporto delle predette bevande nervine . Va quindi ribadito che anche le bevande nervine vanno adoperate cum grano salis , soprattutto per quanto riguarda il thè verde , il cui contenuto in catechine è talmente notevole da essere padroneggiabile con qualche difficoltà , tanto che non vi sono dubbi sulla possibilità che l ‘eccesso di thè verde possa indurre eccessiva diuresi con conseguente disidratazione .
     Anche il pomodoro di Pachino è altamente benefico , ed i suoi alti contenuti in licopene possono essere un’ enorme risorsa sia in chiave antiossidante sia in chiave di prevenzione dei tumori . Tuttavia , anche tale meravigliosa solanacea originaria del Ragusano può essere ( anche a seconda della preparazione gastronomica di esso ) di digestione lunga e laboriosa , e pertanto gli autori  dell ‘ articolo ne sottopongono l ‘ uso a varie limitazioni , soprattutto nei riguardi di pazienti psoriasici ed orticariosi .
     Premesse queste doverose osservazioni , indubbiamente il thè verde , il cacao ed il caffè contengono , al pari del pomodoro di pachino , preziosi polifenoli , ovvero dei potentissimi antiossidanti naturali .
     Tornando , quindi , ai 20 cibi dell ‘ Università di Leeds , essi sono i seguenti :

.- mele
- more
- thè
- mirtilli
- broccoli
- cereali ( con particolare attenzione alla crusca ; ma anche qui raccomandiamo approfondimenti
 sull ‘ acido fitico nell ‘ alimentazione )
- ciliegie
- pomodorini ( di Pachino )
- caffè
- mirtilli rossi
- cioccolato fondente
- thè verde
- arance
- pesche
- prugne
- lamponi
- uva rossa
- cipolle rosse
- spinaci
- fragole .

     Una volta esaminata tale utile lista di alimenti , andrà tuttavia osservato anche che per i cereali il contenuto in fitoestrogeni ( ormoni femminili ) , soprattutto in soia e germe di grano , ed in isoflavoni può essere sicuramente indicato ai fini di un seno bello e sodo , ma è da tenere d ‘ occhio per altre svariate finalità ( per chi volesse approfondire , consigliamo l ‘ articolo di Marco Nicoletti “Le azioni terapeutiche dei fitoestrogeni “ sul n.127 di Era 2000 – Febb. 2009 ) . Salta comunque agli occhi l ‘ importanza di unire all ‘ alimentazione delle giuste dosi di cereali e legumi , anche per l ‘ azione antiossidante sul sistema limbico esercitata dai fitoestrogeni , tale da contrastare o ritardare l ‘invecchiamento delle strutture del talamo e dell ‘ipotalamo , deputate al nostro istinto nonché alle nostre emozioni più profonde , quelle inconsce .
     Cereali e legumi , in altre parole , potenziano il nostro istinto e la nostra capacità di sentire profondamente le sensazioni .
     Tornando ai 20 cibi , pesche e fragole ( frutti sagacemente inclusi nella lista dei superalimenti ) possono anche essere ricollegabili a fenomeni allergici .
In particolare , il Prof. Williamson , Capo del dipartimento alimentare dell ‘ ateneo inglese ha precisato che questi 20 cibi sono stati scelti in quanto ricchi di polifenoli , sostanze affini ai tannini , che riducono l ‘ incidenza delle malattie cardiovascolari ed aiutano a rallentare i processi di invecchiamento . In tale menù della longevità dominano quindi la frutta e la verdura locali , disponibili in qualunque supermercato europeo .
     In cima a tale lista non possiamo non sottolineare le mele , da sempre consigliate prima che dalla scienza anche dalla saggezza popolare ( una mela al giorno leva il medico etc. etc. ) . Oltre alle mele , altra posizione dominante nel menù della longevità è detenuta dalle ciliegie e dai frutti di bosco , come more , mirtilli , ribes e lamponi , questi ultimi considerati anche alimenti in grado di prevenire il cancro grazie alle alte concentrazioni di antocianine . Tali pigmenti conferiscono  alcuni tipi di colori alla frutta ( in genere di tipo bluastro ) ed   aiutano a migliorare le nostre prestazioni cerebrali .
      Campanilisticamente , poi , ricordiamo che le cipolle rosse di Tropea contengono  alte dosi di vitamina C , E , nonché ferro , selenio , zinco , iodio e magnesio , tanto da avere provate doti preventive nei riguardi dell ' influenza e di eventuali emorragie interne , nonché la possiblità di contrastare l ' arteriosclerosi e di coadiuvare l ' organo del cuore nelle sue principali funzioni .
     Infine , con riguardo all ‘ uva rossa inclusa nella suddetta lista degli alimenti , premessa l ‘ importanza del resveratrolo ( sostanza contenuta nell ‘ uva ) in funzione preventiva nei riguardi di alcune forme tumorali , non possiamo che ricordare il famoso paradosso francese : i francesi ( che , come è noto , sono grandi consumatori di vino e uva ) consumano almeno il doppio
dei grassi rispetto agli americani , ma rispetto a questi ultimi hanno la metà delle affezioni e patologie normalmente ricollegabili all ‘eccessivo consumo di  lipidi .
Il vecchio Tom Parr ha veramente vissuto 152 anni ?

      Per la sua età è stato l ‘ uomo più famoso del suo tempo . Ha potuto essere  ritratto da Van Dyck e Rubens . Gli uomini più famosi del suo tempo , sovrani compresi , hanno fatto a gara per conoscerlo . Il medico più famoso dei suoi tempi ha esaminato il suo corpo . La sua dieta (birra leggera/dolce , latticello , cipolle , formaggio e pane integrale ) viene ancora oggi studiata .

di Laura   Bordi


     Molti degli esponenti più autorevoli del mondo scientifico e culturale dei nostri tempi non credono che l ‘ inglese Thomas Parr abbia potuto vivere fino a 152 anni , venerabile età che sembrerebbe aver avuto nel 1635 quando la sua vita ha avuto un ‘ imprevedibile fine .
     Noi di “Sogni dimenticati” ci limitiamo a riferire quanto riportano le cronache , nonché la sua lapide , in cui i nomi dei Principi che hanno regnato durante la vita di Parr occupano ben tre righe .
     Ecco la sua storia , ovvero quella parte incominciata su un campo di battaglia , una storia così onirica che sembra un sogno . Un sogno dimenticato .
     Premetto doverosamente che tra le letture dei ragazzi della mia generazione non poteva mancare il volume “Et ab hic et ab hoc “ ( Torino – UTET , 1926 ) di Americo Scarlatti , le cui informazioni correte e precise sui fatti e leggende più singolari sono state preziose anche per questo articolo .
     Quel giorno del 22 agosto dell ‘ anno di grazia 1485 , una povera donna con il suo smunto figlioletto di tre o quattro anni era appena partita da Leicester e si apprestava ad attraversare la pianura di Bosworth , senza sapere che di lì a poco avrebbe assistito a qualcosa di memorabile .
     Proprio quel giorno era infatti destinato a diventare decisivo per la storia d ‘ Inghilterra : stava infatti per svolgersi una delle più famose battaglie di tutti i tempi , la battaglia di Bosworth .
     Ovviamente la povera e terrorizzata madre non conosceva i dettagli di quanto stava accadendo : non sapeva che Re Riccardo III stava perdendo la guerra e sarebbe morto proprio in quella battaglia , lasciando ai posteri la famosa frase “il mio regno per un cavallo “, e che dopo la battaglia la città di York avrebbe lasciato alle cronache il triste necrologio “In questo giorno il nostro buon Re Riccardo venne tragicamente assassinato ed annientato , a grande cordoglio di questa città “ .
Nel febbraio 2010 l ‘ archeologo Glenn Foard ha ritrovato , sul sito della battaglia , la più vasta collezione di reperti mai rinvenuta in un campo di battaglia medievale .
Ma torniamo a noi .
     Madre e figlio vedevano soltanto uomini in guerra , fanti che correvano , cavalieri al galoppo , la polvere , le urla dei combattenti e dei feriti .
     Improvvisamente , tra i vari manipoli di guerrieri in corsa , i due videro un cavaliere al galoppo sfrenato , che gettò o lasciò cadere qualcosa tra i rami del cespuglio dove la donna ed il bambino avevano il loro nascondiglio . Si trattava di un involucro , chiuso e forse imbottito con vari strati di tessuto , dal misterioso contenuto .
     Neanche ebbero il tempo di vedere cosa c ‘ era dentro , che subito alcuni cavalieri molto agguerriti e sfarzosamente vestiti accorsero a gran velocità e si fermarono in mezzo al nitrire dei loro cavalli . Si trattava di Enrico Tudor e dei cavalieri del suo seguito . Enrico Tudor , Conte di Richmond aveva appena vinto la battaglia e stava per diventare re con il nome di Enrico VII .
Enrico chiese garbatamente alla donna di dare l ‘ involucro ai suoi cavalieri , che aprirono il tutto e disvelarono alla luce la corona dei Reali d ‘ Inghilterra .
     Solo allora la donna si rese conto di quale tesoro fosse passato per un istante tra le sue mani , e con il coraggio che può avere solo una mamma si affrettò a far presente all ‘ illustre compagnia di cavalieri che era stato il suo bambinetto , il piccolo Tom , a recuperare la Corona d ‘ Inghilterra .
     Il Re , generoso e magnanimo , ordinò ai suoi uomini di ricompensare degnamente il piccolo Tom Parr , e tutti i grandi ufficiali e dignitari vuotarono letteralmente le proprie tasche , ricoprendo mamma e figlio di una moltitudine di oggetti preziosi , sacchetti pieni di monete d ‘ oro , bisacce piene di ogni ben di Dio e via dicendo .
     Il piccolo Tom e sua madre erano improvvisamente diventati così ricchi che avrebbero vissuto nell ‘ agiatezza per tutta la loro vita , ma prima di incamminarsi verso lo Shropshire la madre chiese un ‘ ultima grazia al Re , pregandolo di posare la sua mano regale sul capo del bambinello malaticcio che era Tom Parr . Ed il re , pazientemente , impose la sua mano sulla fronte e sul capo di Tommy , augurandogli una vita lunga e felice .
     Risparmieremo al lettore ipotesi infondate ed improbabili , attinenti agli effetti dell ‘ imposizione delle mani , ad un accresciuto effetto placebo , ad un non identificato fenomeno elettrico che avrebbe potuto ingenerare un effetto ricombinante sul DNA , etc. etc. etc.
     Dunque , i due tornarono nello Shropshire , dove Tommy era nato . Incidentalmente , ricordiamo che molti scrittori e uomini di scienza sono nati nella stessa regione inglese , e tra costoro anche Charles Darwin .
     Nonostante l ‘ incontro con il Re , Old Parr ( il vecchio Parr , come viene ancor oggi bonariamente chiamato in Inghilterra ) visse a lungo , e riuscì ad oltrepassare abbondantemente non solo il ‘400 ( ove era nato ) ma anche il ‘500 ed imboccò allegramente il ‘600 , diventando nel frattempo famoso in tutta l ‘ Inghilterra per la sua longevità . Gli uomini più famosi del suo tempo fecero a gara per conoscerlo .
     Nel 1635 la fama di quest ‘ uomo , che aveva già vissuto più del doppio rispetto agli uomini più longevi del suo tempo , raggiunse il conte di Arundel , che invitò il nostro tommy a Londra e riuscì a farlo introdurre nientemeno che alla Corte di Re Carlo I , il quale fu deliziato di poter conoscere i segreti di quell ‘uomo così infermo eppure così longevo .
     Interrogato sulle possibili cause della sua ragguardevole età , Parr rispose che secondo lui era stato possibile vivere così a lungo perché aveva fatto penitenza .
      Tanto grande era il gradimento del Re , e tanto luculliani i pranzi e banchetti che fece ammannire per il Vecchio Parr , che il povero vecchio morì di indigestione , nella dimora di Lord Arundel a Londra . Era il 14 novembre 1635 .
    Ciò accadde forse anche perché l ‘ aria inquinata di Londra ed i non alti livelli di pulizia avevano avuto la meglio su un corpo abituato a vivere in una cittadina sulle verdi ed incontaminate colline dello Shropshire , dove le acque scorrevano pure e gli animali vagavano liberi .
     Il Re allora ordinò al più famoso medico dei suoi tempi , William Harvey ( grande anatomo-patologo e scopritore della circolazione del sangue ) , di eseguire l ‘ autopsia sul corpo del suo ospite , il quale riscontrò il decesso per cause naturali e potè accertare che gli organi interni e le cartilagini del centocinquantenario erano più che sani e funzionanti . Harvey si dilungò anche su lunghe dissertazioni ed indagini sugli organi riproduttivi di Parr , che risparmiamo al lettore , il quale sarà soddisfatto di sapere che le attività e capacità sessuali del vecchio signore erano state mantenute quasi fino alla fine , tanto che anche l ‘ ultima moglie di Tommy potè testimoniare che egli aveva assolto ai suoi doveri di marito fino a pochi anni prima .
     A spese della corte , il vecchio Tommy fu sepolto nell ‘ Abbazia di Westminster , nel transetto sud , dove si trova anche il famoso poeta e commediografo John Gay , e sulla sua lapide si legge :
“ In memoria di Thomas Parr , nato nell ‘ anno 1483 . Egli vide i regni di 10 sovrani tra cui Edoardo “IV , Edoardo V , Riccardo III , Enrico VII , Enrico VIII , Edoardo VI , la regina Maria , la regina “Elisabetta , re Giacomo e re Carlo . Morì all ‘ età di 152 anni . Fu qui sepolto il 15 novembre “1635 . “
     La scienza moderna si affanna da decenni in ogni modo nel prolungare la vita umana , e solo in tempi recenti si è giunti a valorizzare e consigliare nuovamente alimentazioni cosiddette “povere” , caratteristiche di tempi passati ed umili zone rurali .
     La dieta di Thomas Parr potrebbe , forse , costituire il vero elisir di lunga vita ? O , al contrario , essa era assai giovevole soltanto per il “Vecchio Parr “ ?
     Sogni Dimenticati , nei prossimi numeri tornerà sull ‘ argomento della dieta di Parr , indagando sui valori nutrizionali di latticello , birra leggera , cipolle , formaggio e pane integrale , pur tenendo presente che questi alimenti nel 17° secolo e nello Shropshire erano probabilmente differenti da quelli che noi conosciamo , considerando l ‘ aumento dei tassi di inquinamento e l ‘ uso di pesticidi ed altre sostanze organo fosforiche nella moderna agricoltura .
     Intanto , fino al prossimo numero , continueremo a sognare un altro sogno dimenticato .






Longevità e integratori .
Longevità , peso e zuccheri . Una rassegna veloce di alcuni integratori dei nostri giorni .


      Siamo in attesa dell ‘ entrata in vigore della nuova normativa europea che , dalla primavera del 2011 , disciplinerà il complicato mondo degli integratori alimentari . Alcuni integratori dovranno forse eliminare parte dei propri ingredienti e principi attivi , il che è comunque già ripetutamente avvenuto in questi ultimi anni . Non è superfluo quindi dare una breve occhiata ad alcuni prodotti .


di   Marco   e    Paolo   Nicoletti


     Quest ‘ articolo sarà utile a tutte quelle persone che , conoscendo i termini fissati dall ‘ attuale nonché dalla futura normativa sugli integratori , potranno meglio valutare l ‘ urgenza di conoscere in modo approfondito alcune tematiche .
     Come al solito , una corretta informazione può essere utile al lettore , e noi umilmente ci pregeremo di fornire utili dettagli su vari integratori e su alcune problematiche coinvolgenti e comunque di rilievo .
     Ancora una volta avvertiamo i lettori , al pari della ben più importante FDA , che prima di assumere gli integratori alimentari di cui adesso parleremo sarà utile ed indispensabile consultarsi con il proprio medico , il quale è forse l ‘ unico a conoscere la reale situazione dei suoipazienti , conoscendo le loro anamnesi e le loro analisi .  Soprattutto è da evitare il pericoloso “fai da te” , anche in considerazione del fatto che nel presente articolo sono contenute semplici informazioni , e non inviti o consigli o valutazioni di stima inerenti questo o quel prodotto .
      Tutto ciò premesso , cominciamo con la carnosina , assai adoperata in vari integratori di largo consumo e di grande richiesta .
    La carnosina è un amminoacido assai valido per integrare la nutrizione dell ‘ organismo umano , dalle funzioni anti-aging ( anti-invecchiamento ) ed anti-glicazione ( la glicazione è la reazione che subiscono le proteine del nostro organismo a contatto con le molecole degli zuccheri ) .
A sua volta , la carnosina è formata da due aminoacidi più semplici , l ‘ istidina e l ‘ alanina .
I livelli di carnosina aumentano dopo un pasto proteico . Una recente ricerca ( durata oltre 10 anni ) condotta dall ‘ equipe russa del Dott. Babizhayev sembra aver dimostrato che l ‘ applicazione delle gocce di n-acetilcarnosina potrebbe prevenire la cataratta .
     L ‘ invecchiamento della pelle è il segno più visibile della degradazione proteica , e si manifesta con rughe , perdita di elasticità cutanea e ridotta capacità di cicatrizzazione . Tuttavia la pelle , il nostro prezioso abito naturale , esattamente come la punta di un iceberg , rende visibili dei cambiamenti che colpiscono tutto l ‘ organismo ed interessano anche gli occhi , i vasi sanguigni , i muscoli , il nostro encefalo ed altri organi .
     Quando troppe proteine hanno un cattivo funzionamento , il corpo invecchia prematuramente e diventa anche il bersaglio delle malattie degenerative . Le moderne cognizioni della Biologia Molecolare mostrano come l ‘ amminoacido carnosina sia l ‘ antiossidante più efficace contro il radicale idrossilico , che tra i vari radicali liberi è il più nocivo per le proteine . Ricordiamo che i radicali liberi sono i metaboliti dannosi derivanti dall ‘ ossigeno , una volta che esso sia stato introdotto nell ‘organismo .
     L ‘ amminoacido carnosina è inoltre il più potente inibitore del processo di glicazione , che letteralmente caramelizza le nostre proteine arrivando a ledere le loro possibilità di movimento con dei “legami crociati “ . La Chimica Biologica dimostra anche che il tasso di carnosina decresce progressivamente con l ‘ età , fino ad arrivare ad una riduzione di essa  superiore al 63% nel sistema muscolare all ‘ età di 70 anni .
   Questa circostanza potrebbe almeno in parte spiegare il decadimento muscolare che si verifica  simultaneamene all ‘  invecchiamento . Una piccola parentesi è ora doverosa per quanto attiene allo stress ossidativo , per spiegarne gli intimi dettagli . Immaginiamo infatti che in una zona del nostro organismo , ad esempio i nostri polmoni , arrivino in forte quantità dei radicali liberi . Essi , come abbiamo già spiegato , sono i metaboliti dannosi che derivano dall ‘ ossigeno . Se questo arrivo nella medesima zona si ripete ciclicamente , e noi non lo contrastiamo con degli agenti antiossidanti , ecco che questi danni si sommano . Questa sommatoria , nel linguaggio dei nostri giorni , viene chiamata stress ossidativo .
     La riduzione della presenza di carnosina nel nostro organismo , associata ad uno stress ossidativo sempre crescente , dovuto anche ad abitudini alimentari che privilegiano i glucidi , rendono auspicabile una corretta visione dei vari integratori .
   Per avere un ‘ idea della quantità di questo tipo di integratori , sarà sufficiente digitare “integratori a base di carnosina “ su un motore di ricerca sul web , come ad esempio google . Vedremo che il risultato della nostra semplice ricerca si aggirerà sui 146.000 risultati .
     Vediamo ora alcune delle caratteristiche della carnosina , la quale appartiene a quelle rare sostanze nutritizie con attività potente e largamente dimostrata .
     La carnosina protegge le proteine dell ‘ occhio dalla degradazione operata dalla dialdeide malonica (MDA ) . La carnosina impedisce alla MDA di attuare i dannosi legami crociati con cui , altrimenti , verrebbe minata la funzionalità delle proteine oculari .
     La carnosina si concentra nel nostro encefalo e lo protegge dalla glicazione . Questo processo caramellizza le nostre proteine , con la dannosa formazione di “ legami crociati “ che ne limitano i movimenti in maniera crescente .
   La carnosina protegge a livello cerebrale anche dai danni dell ‘ ossidazione e dell ‘eccitotossicità.
     L’ ossidazione non viene intesa come la si intendeva un tempo , quando con quel termine si intendeva  quel danno creato dai metaboliti dannosi dell ‘ ossigeno . Oggi infatti si intende per ossidazione di una molecola la perdita di elettroni , e per riduzione l ‘acquisizione di elettroni .
     Per quello che invece riguarda l ’ eccitotossicità , si vuole così indicare quei danni causati da una eccitazione eccessiva oppure alterata delle terminazioni nervose . Ovviamente questa definizione è valida se il termine eccitotossicità viene applicato all ‘ encefalo .
     La carnosina protegge i capillari cerebrali dai danni indotti dalla sostanza β-amiloide , sostanza che si trova in grande quantità nella Malattia di Alzheimer , che è una delle varie forme possibili di demenza senile . Parleremo della sostanza amiloide in un articolo che speriamo venga pubblicato a gennaio o febbraio del 2011 sulla rivista “Microscopio “ ( Microscopionline ) .
    La carnosina protegge anche il nostro tessuto cerebrale dai danni chimici che si originano dai lipidi ossidati . Per concludere quanto accennato sulla sfera di difesa esercitata dalla carnosina sul tessuto cerebrale , è opportuno sottolineare che quest ‘ ultimo si trova difeso anche dal metabolismo dell ‘ alcool .
      La carnosina , secondo taluni estimatori , sembrerebbe connessa ad aumenti di longevità delle cellule senescenti , e permetterebbe loro di dividersi per un tempo maggiore come lo avrebbero fatto delle cellule giovani . Uno studio effettuato in vitro su dei fibroblasti ( un particolare tipo di cellula cutanea ) ha permesso di accrescere la loro longevità del 67% .
     La carnosina è probabilmente uno dei migliori complessi molecolari per la protezione delle molecole del nostro organismo dal processo di glicazione ( ossia , ripetiamo , l ‘insieme degli effetti dannosi derivanti dalla reazione delle molecole del nostro organismo a contatto con le molecole di zuccheri ) . Nel proteggere le molecole del nostro organismo dalla glicazione , la carnosina sembra essere addirittura più efficace dell ‘ amminoguanidina . La carnosina , infatti , può impedire nel collagene lo sviluppo di legami crociati .
Opportunamente si rileva che nella maggior parte dei congressi si parla moltissimo dei danni legati all ‘ ossidazione , ed assai meno dei danni collegati alla caramellizazione delle proteine .
     Va rilevato che sono proprio questi legami che originano i danni maggiori collegati alla caramellizzazione delle proteine del collagene medesimo .
     Va rilevato anche che la carnosina , in realtà , è una molecola composta da due aminoacidi , ovvero la β-alanina e l ‘ istidina , che a loro volta erano conosciuti da lungo tempo . L ‘ alanina , infatti , era conosciuta fin dal 1879 e si sapeva che il corpo umano è in grado di sintetizzarla , mentre l ‘ istidina è stata scoperta in tempi più recenti . La carnosina , infine , fu scoperta da Gulevish nel 1900 durante ponderosi studi sugli estratti muscolari . In definitiva , pur parlando di sostanze talmente proiettate nel futuro da essere quasi fantascientifiche , ricordiamoci che si tratta di scoperte di fine ‘800-inizi del ‘900 .
     In recenti esperimenti , topi trattati con carnosina hanno mostrato ( rispetto a quelli non trattati con tale aminoacido) di poter vivere fino al 20% in più e di poter avere anche un aspetto più giovane ed in salute nonché un  cervello con tassi significativamente più bassi di dialdeide malonica  (MDA ) e di monoamino-ossidasi-B ( MAO-B) nei controlli effettuati . Questi due gruppi molecolari , la MDA e la MAO-B , sono due parametri importanti che attestano un metabolismo “giovanile “ della dopamina ( tale neurotrasmettitore è un metabolita intermedio che conduce alla formazione di adrenalina . Un metabolismo errato della dopamina può giocare un ruolo importante in malattie nervose come il morbo di Parkinson , l ‘ ansia , la depressione etc. etc. ) .
     Altri esperimenti condotti su topi , sottoposti a stress intenso provocato in laboratorio , hanno mostrato anche che la carnosina accresce l ‘ attività antiossidante ( protettrice ) dell ‘ enzima superossido-dismutasi nel loro cervello .
    La carnosina sembra essere una delle più promettenti scoperte nell ‘ ambito della nutrizione
anti-invecchiamento . Essa sembrerebbe agire sulla longevità a livello della cellula ed anche
dell ‘ organismo . In base alle ultime scoperte della Biologia Molecolare , tale molecola sembrerebbe preservare l ‘ integrità genetica e funzionale dell ‘ organismo senza alcuna tossicità ed in modo naturale . Tuttavia , l ‘ assunzione di essa è gestibile soltanto con un attento controllo medico ( tanto per cominciare , la carnosina è molto usata nell ‘ ambiente del culturismo sportivo , spesso con eccessi segnalati dagli organi di stampa ; essendo poi anche un potentissimo ricostituente , può dar luogo ad improvvisi ed inattesi ingrassamenti ) .
     La carnosina , assieme ad altre due sostanze , ossia la benfotiamina e la aminoguanidina HCL , riveste la facoltà positiva ( messa in luce dagli studi su animali , alcuni risalenti al 1995 e condotti da Hipkiss AR et al. ) di poter contribuire , insieme ad opportuni controlli medici , ad allungare
l ‘ aspettativa di vita .
   Ci occuperemo quindi , prossimamente , anche della benfotiamina e dell ‘ amino guanidina HCL .






Recettore dei Linfociti B
Il recettore dei linfociti B. 

      I linfociti B sono le cellule della nostra memoria immunologica. Essi sono in grado di inviare e trasmettere segnali alle altre cellule del sistema immunitario. Per fare questo hanno bisogno di un recettore : è il recettore dei linfociti B. Il recettore è una molecola oppure un insieme di molecole che ha la capacità di smistare segnali intercellulari, ricevere delle indicazioni provenienti anche da cellule molto lontane nel nostro organismo, e , se necessario, portare all’ interno di questa complessa cellula l’ antigene. Quest’ ultimo è una molecola (oppure un insieme molecolare ) ed è riconosciuto come estraneo dall’ organismo umano.

 di Marco Nicoletti

( Dermatologo, Tor Vergata, Roma ; Giornalista pubblicista dell’ Ordine di Roma )  


        Si è già parlato in questa Rivista dei linfociti B , e della loro capacità di riconoscere molecole estranee al nostro organismo. Io come al solito devo fare una premessa . Quello che sto per dire sembrerà in parte ovvio agli addetti ai lavori. Ma siccome desidero rivolgermi a tutti , e non solo a questi ultimi , io tali cose sono tenuto a dirle . Inoltre ci sono tante e tante novità sui linfociti B , che per poterle dare a degli individui che si siano come me innamorati delle cellule del sangue, debbo tuttavia propinare loro qualcosa di vecchio, perché altrimenti perderebbero il filo. Sono così tante le nuove scoperte della Biologia Molecolare inerenti la struttura dei linfociti, che anche un autentico appassionato di questo argomento può assai facilmente non rimanere aggiornato. Gli basta infatti non aver seguito il misterioso universo di queste cellule per un paio di mesi. Se dunque annoierò il tipo dello Scienziato inguaribile, che conosceva tutto tranne le ultimissime novità ( come il Fattore di Attivazione della Trascrizione ), farò invece felice il lettore comune, che si accosta a questo spazio microscopico conoscendone assai poco, e ricevendone un godimento di gran lunga maggiore. Premetto che tutte le volte che compio nuovi esperimenti sui linfociti, mi sembra sempre la prima esperienza che faccio. E provo la stessa sensazione di una bella notte d’ estate, in cui il cielo è limpido ed io abbia eventualmente deciso di tirare fuori dall’ armadio di sicurezza il telescopio Skymaster, per dare un’ occhiata alle stelle variabili all’ infrarosso. La Rivista parlerà di questo argomento nei prossimi numeri . Intanto però ci tengo a dire che un universo così microscopicamente piccolo come quello dei linfociti ci regala le stesse emozioni che possiamo avere da un universo lontano e grande come quello delle stelle pulsanti.     
              Entrando come è mio solito in medias res, i linfociti B, le cellule della nostra memoria immunologica, sono dotati di recettori del tutto caratteristici, e diversi dai recettori che caratterizzano i linfociti T . Un recettore è una molecola che riceve segnali da altre cellule, ed è anche in grado di trasmetterli. I recettori di cui parlo si trovano sulla superficie cellulare del linfocita B, ed una parte di essi (la porzione intracellulare) si trova al di sotto della membrana cellulare del linfocita . Di questa porzione purtroppo disponiamo di dettagli minori, perché la tecnica con la quale abbiamo potuto capire anche i minimi dettagli, a livello molecolare, della porzione extra-cellulare del recettore stesso, non può purtroppo regalarci (siamo nella parte finale del 2010) i più intimi contorni delle particelle sub-molecolari dell’ area intracellulare del recettore dei linfociti B. Questa tecnica è la cristallografia a raggi X.   La nostra  Rivista dedicherà un articolo a questa bellissima analisi strumentale nei prossimi numeri del mensile. Per il momento ci limitiamo a parlare della porzione di questo recettore di cui sappiamo quasi tutto.   
 Questo recettore è costituito da due tipi di Immunoglobuline di membrana : le Immunoglobuline di tipo M e le Immunoglobuline di tipo D .  C’ è da precisare, sempre per la maggior parte dei lettori ( che possono benissimo non essere degli addetti ai lavori ) che le Immunoglobuline di tipo M hanno un peso molecolare maggiore, e le Immunoglobuline di tipo D hanno invece un peso molecolare più ristretto. Tutte le Immunoglobuline sono anticorpi : molecole che si occupano di riconoscere, circoscrivere e localizzare ogni entità estranea al nostro organismo, come batteri, virus, ed organismi intermedi. Alla natura di questi ultimi, che stanno a metà tra i batteri (in proporzione grandi quanto un cocomero se considerati riguardo ai virus), ed i virus (grandi come un granellino di sabbia se visti riguardo ai batteri) , la Rivista dedicherà prossimamente uno spazio adeguato . Però a formare questo recettore non vi sono soltanto le Immunoglobuline di tipo M  e  quelle  di  tipo  B .  Vi  sono  anche  alcune  molecole  corecettoriali denominate Ig-alfa ed Ig-beta .
     Le molecole corecettoriali sono delle molecole che aiutano il recettore nelle sue funzioni . Un esempio analogo lo troviamo in Biologia Molecolare nei coenzimi . Un coenzima , per esempio , è una molecola che affianca l ‘ enzima nelle sue funzioni in modo che possa espletare tutte le sue prestazioni nel miglior modo possibile . Il recettore dei linfociti B è coinvolto nel processo di attivazione funzionale di queste cellule . Ogni cellula , infatti , e questo vale a dire ogni linfocita B , avrà il suo recettore specifico per un determinato antigene . Il recettore sarà originato dalla ricombinazione casuale di specifiche porzioni del DNA . Queste ultime andranno a codificare la porzione variabile del recettore dei linfociti B , la quale è deputata al legame con un antigene specifico . Nel momento in cui il recettore dei linfociti B incontra un antigene a sé complementare , andrà ad attivare una cascata di segnali intracellulari che modificheranno           l ‘ espressione genica e , di fatto , l ‘ aspetto esterno della cellula . Il recettore dei linfociti B porterà all ‘ interno della cellula l ‘ antigene , e mediante un particolare processo enzimatico , esporrà dei frammenti dell ‘ antigene su delle specifiche molecole di membrana chiamate complesso maggiore di istocompatibilità di classe II . Questo complesso si chiama “di classe 2” perché si trova soltanto sulla membrana cellulare delle cellule del sistema immunitario .
     Mentre invece il complesso maggiore di istocompatibilità di classe I si trova sulla superficie di membrana di tutte le cellule , anche non immunitarie . Anche a tali appassionanti argomenti la rivista dedicherà uno spazio adeguato . La cellula B attivata potrà emigrare verso specifiche aree dei linfonodi dette   aree T ( grazie all ‘ espressione di sostanze specifiche che prendono il nome di chemochine ) , dove essa avrà modo di incontrare dei linfociti T Helper . Il recettore di membrana dei T Helper , combinandosi con il recettore dei linfociti B , andrà ad attivare un ‘ ulteriore cascata di segnali all ‘ interno della cellula B , che porterà all ‘ attivazione di un fattore di trascrizione  denominato TRAF , che indurrà l ‘ attiva proliferazione di queste cellule B . Da questo momento in poi verrà prodotta una quantità enorme di cellule B . Questa immane quantità di linfociti B così prodotta andrà a costituire un centro germinativo all ‘ interno del linfonodo . In questa  zona   verranno   attuati   dei  processi  di   ulteriore   maturazione   ,  come l ‘ aumento dell ‘ affinità del linfocita B per un determinato antigene , nonché la produzione di cellule per la memoria .
30/11/2010 17:22